> Home Page

CONCERTO SINFONICO  

Gioachino Rossini (1792-1868)

Overture da "La scala di seta" (1812)
 

Felix Mendelssohn-Bartholdy (1809-1847)

Concerto per violino, pianoforte e orchestra d´archi in Re minore (1823)


Felix Mendelssohn-Bartholdy (1809-1847)

Sinfonia n. 4 in La maggiore op. 90 "Italiana" (1833)

 
violino, Andrea Pecolo

pianoforte, Andrea Dindo
 

Orchestra Sinfonica "Città di Magenta"

direttore, Alberto Malazzi
NOTE DI SALA a cura di Albert
 

G. Rossini ¯ Ouverture da "La scala di seta" (1812)

"La scala di seta", farsa in un atto, è uno dei primi tentativi teatrali del ‘Cigno di Pesaro´; oggigiorno se ne esegue quasi esclusivamente l´ouverture, autentico gioiello musicale.

Ad opera di violini e viole, una ‘cascata´ di note ("Allegro vivace") è l´inizio bizzarro e sorprendente che spegnendosi in un lungo accordo di tutta l´orchestra dà seguito ad un breve, ma delizioso dialogo tra corno e oboe ("Andantino").

L´"Allegro" seguente esposto dai violini con un sostrato di ‘pizzicato´ degli archi viene bruscamente interrotto da un "assolo" dell´oboe impegnato in una esibizione decisamente ‘virtuosistica´ sul ‘sommesso´ accompagnamento dei fiati.

Flauto e clarinetto intonano poi il tema secondario, dolce e cantabile, precedendo il fatidico "crescendo" e la ‘ripresa´ (simmetrica all´´esposizione´).

Una "coda" conclude codesta ‘paginetta´ breve, ma immortale.
 

Felix Mendelssohn-Bartholdy-

Nota. Discende per linea diretta dal pre-romanticismo dell´ultimo Mozart e dal romanticismo di Weber segnando la duplice natura del Romanticismo musicale. (L´altra ‘linea´ - quella di Beethoven, Schubert, Schumann, Liszt - rompendo i consueti schemi formali ‘forza´ la musica dal suo interno per indurla a ‘parlare´, esprimendo una nuova sensibilità.) Mendelssohn ‘contiene´ questa nuova necessità espressiva nella severità e nel rigore di una forma ancora sostanzialmente ‘classica´ e "stupisce" (sic!) per la sua perfezione formale. (Schumann così tanto diverso da Mendelssohn, nella sua critica lo esalta "nobile spirito" e ne è vivamente attratto proprio per le sue doti di misura, di forbitezza e di eleganza che costituiscono il dato più eclatante della sua produzione.)

Attenzione, però! Anche se distante dall´ardore della ricerca romantica non si deve incappare nell´errore di credere Mendelssohn estraneo a vita ed interessi della sua epoca.

Pur se aveva piena coscienza di quanto si andava prospettando nella musica europea e che il ‘movimento´ romantico veniva scoprendo forze innovatrici per nuovi orizzonti, Mendelssohn fece una scelta precisa e sensata riassumendo e decantando i fermenti romantici in una sorta di classicità "nuova": * inventò (o perfezionò) la forma della ‘Romanza senza parole´ per pianoforte, * fuse in un unico, fluente contesto i quattro tempi della Sinfonia "Scozzese", * diede impulso profondo allo sviluppo dell´ouverture e della musica di scena, * fu l´ultimo, grande esponente dell´"Oratorio", * …

Anche le sue grandi opere strumentali (le 5 Sinfonie e lo stupendo "Concerto per violino e orchestra") colpiscono e conquistano per la perfezione formale e per l´eleganza che non è semplice veste formale, ma è "sostanza stessa dell´espressione".

L´ardore del suo animo sensibile seppe racchiudere in una cornice "smagliante" i nuovi ideali, le esigenze di chiarezza intellettuale e serena comunicazione espressiva ¯ retaggio di un´umanità uscita da pochi decenni dalla Rivoluzione francese e tesa a chiarirsi vieppiù le ragioni del proprio essere, operare e progredire.
 

F. Mendelssohn-Bartholdy ¯ Concerto per violino, pianoforte e orchestra d´archi in Re minore

Felix Mendelssohn compose questo concerto all´età di quattordici anni, mettendo a frutto la maestria compositiva che stava già contemporaneamente sperimentando nelle dieci sinfonie per archi che precedono le cinque grandi sinfonie. La forma del doppio concerto per violino e pianoforte, che era già stata usata da compositori minori a cavallo tra ´700 e ´800, quali Viotti e Vanhal, viene sviluppata in un brano di dimensioni molto ampie, nel quale si possono apprezzare la freschezza dell´invenzione melodica del primo tempo, la morbidezza elegiaca del secondo tempo (dove i violini, con sordina, espongono il tema principale) e la brillantezza del terzo tempo. La scrittura scintillante delle parti  soliste, impegnate in un continuo dialogo fatto di arpeggi e scale velocissime, porta lo Stile Biedermeier che caratterizza il concerto, a vertici assoluti di virtuosismo.  L´orchestra supporta i solisti intervenendo, come di tradizione, con le esposizioni tematiche e accompagnando in modo discreto, ma pregnante, l´insieme.
 

F. Mendelssohn-Bartholdy ¯ Sinfonia n. 4 in La maggiore op. 90 "Italiana" (1833)

Insoddisfatto di questo lavoro ad onta del successo ottenuto con la prima esecuzione (Londra ¯ 13 maggio 1833) Mendelssohn lo rimaneggerà più e più volte (e di certo, se fosse vissuto più a lungo, la versione… finale ¯ quella della scrittura a noi nota ¯ non sarebbe stata la definitiva).

Ed è la pagina del "Saltarello" (4° mov.) l´unica di ispirazione italiana, che tuttavia sembra apparentarsi straordinariamente con l´atmosfera fiabesca della musica del "Sogno di una notte di mezza estate" (Nelle danze dei contadini ciociari o napoletani Mendelssohn vede qualcosa che non ha nulla di attinente al paesaggio italiano, vede cioè fate ed elfi che danzano sì una ‘tarantella´, ma in un verde prato all´inglese!!). In effetti, di ‘italiano´ questa Sinfonia ha soltanto una "solare euritmia  formale" che si rileva fin dall´inizio nella dimensione ritmica in 6/8, prediletta dall´autore.

Il 1° tema, affidato ai violini, di una scorrevolezza assolutamente spontanea, nel suo attacco in levare è invito alla corsa e al gioco. E allorché i violini concludono l´ampia figurazione melodica e cedono ai legni ed ai corni che fino ad allora ‘staccavano´ precisissimi il ritmo, si avverte con quanta naturalezza il 6/8 passa agli archi in eleganti figurazioni (sempre ‘staccate´) che crescono, prendono sonorità, si ingrossano e portano alla ripresa del tema.

Il ritmo ‘in 6´ non scema: passa ai flauti, ai corni, ai timpani, alle viole, ai violoncelli, ai contrabbassi… e diventa protagonista in un gioco di domande e risposte fra archi e legni, che il 1° violino concluderà mediante un lungo passaggio ¯ sempre ‘staccato´ ¯ per introdurre il 2° tema, annunciato da clarinetti e fagotti con un mutevole colore sonoro.

È una ‘relativa´ pausa ritmica che nell´annullarsi del 2° tema lascia posto ad una frase annunciata dai violini in un episodio di cronometrica scansione: affascinante stilizzazione ritmica che conclude il 1° mov.

Il 2° mov, "Andante con moto", è una lunga melodia suggestiva, dimessa, contrappuntata da violoncelli e contrabbassi: un "ostinato" ritmico che è caratterizzazione irrinunciabile.

Il 3° mov., "Con moto moderato", ha l´insinuante dolcezza di una "Romanza senza parole", interrotta dall´episodio centrale che i fiati ritmano marcatamente senza alterarne l´affettuosità.

Il 4° mov., "Saltarello. Presto", è l´esaltazione quasi fisica dell´allegria, ritmo allo stato di natura, però in un ordine di assoluta precisione formale.

NB. Per comprendere il particolare ‘colore´ dell´orchestrazione va notato lo scarso uso delle trombe a favore dei corni nonché l´uso ‘sfumato´ e ‘prudente´ dei timpani pur nella continuità dell´esattezza ritmica.